lunedì 30 dicembre 2013

"L'insegnamento mancato"



Santo Stefano 2013 - A Solda è una giornata tranquilla e nevica da due giorni come in una cartolina. Verso le due di pomeriggio manca la corrente, strano ma non troppo. Capita spesso in alta montagna. Controllo il contatore, non sia mai che abbia acceso qualcosa di troppo. Niente, va bene, la corrente tornerà. La casa è calda, anche se il riscaldamento si è fermato non c’è problema.  Passano le ore, boh, chissà, sarà caduto qualche albero. Wind va, Tim e Vodafone no. Ma dov’è il ripetitore? Quella torre lassù vicino al Ka zwei, il rifugio. Salta anche Wind. Senza corrente, il ripetitore non ha segnale. Internet nemmeno sognarselo. Il paese è a macchia di leopardo, zone di buio e zone illuminate. Il rombo mi ricorda che gli albergatori hanno acceso gli aggregati, i bastardi, vabbè ma la corrente tornerà. La porta del garage è bloccata e speriamo che non mi serva la macchina. Ho in casa un sacco di candele e l’atmosfera diventa persino romantica. Avete presente quel sistema di riscaldare con i vasi di coccio sulle candele? Ecco, si potrebbe ma non ho vasi, niente… vabbè, ma la corrente tornerà. Mi viene l’irrazionale voglia di accendere la radio, la tv, il forno, il microonde, tutto quello insomma che è fuori discussione. Il gas funziona e la cena è salva. Giochiamo in solitaria a solitario finché la batteria del telefono, che comunque è a “nessun servizio”, si scarica. Bene. Che si fa? Si va a dormire, è buio pesto, che ore sono? Le nove e quindici. Sic! Aspettando la luce si va a letto che fa freschetto. 
La mattina dopo - niente ancora, accidenti come mai?- ci si veste alla svelta. Un caffè e fuori a fare una passeggiata che c’è il sole. Le seggiovie sono ferme. Sai che incazzature i turisti arrivati per le vacanze (anche quelli fermi in fila a cercare di capire come montare le catene). Vabbè, ma la corrente tornerà. Il pomeriggio trascorre lento, i colori si diluiscono in variazioni di azzurro. Si rimane a pensare, ore per riflettere, per perdersi. In casa ci sono otto gradi, la tavoletta del wc sembra fatta di ghiaccio. Ci si muove con la candela in mano, fa tanto piccola fiammiferaia. L’unica stufa a legna, ignorata finora perché tanto torna la corrente, si prende la sua rivincita. Riesce a rendere vivibile una stanza adibita oramai a soggiorno, camera da letto, sala da pranzo, rifugio antiatomico. Il sonno ci prende alle otto di sera, con il crepitio del legno e il gatto che fissa preoccupato le fiamme. Ricordi atavici. La notte è fonda e profonda.
Alle sei di mattina con il fuoco ormai spento e la stanza fredda, apro gli occhi, cavoli, vedo le stelle che filtrano dalle imposte. Stelle? Quali stelle, sono le lucine di natale, l’unico settore che funziona… ma allora la luce è tornata! Mi butto fuori dal piumino e apro la porta.  Tutte le luci sono accese e il rumore della caldaia è musica. Trentasei ore di tregua dalla civiltà e l’unico desiderio che ho è di ritornare alla normalità. Felice, passo l’aspirapolvere. E’ vero che l’uomo impara poco. Anche la donna.

martedì 17 dicembre 2013

Una voglia bastarda

Devo scrivere, devo scrivere. Una specie di fuoco mi prende partendo dallo stomaco. Fino alle dita. Una tastiera, ho solo bisogno di una tastiera. Come se bastasse. Come ci si potesse svuotare anima e corpo e gettarli in questa pallida luce lattescente. Svuotarsi, svuotarsi. Che ansia. Da dove comincio. Dalla fine, nei film si incomincia dalla fine e ci si mette un po' a capire che quella é la fine. La fine del film é l'inizio. Magari fosse così, l'inizio, Ma l'inizio di cosa. Noia. Ansia. Sei negativa, mi diceva lui. Non hai pensieri positivi, mi ripeteva dall'alto della sua posizione di comodo. Una moglie "con cui sono felicissimo" e io. Io non sono un'amante - che sarebbe squallido, io non faccio certe cose- . Cercati un altro, mi ripeteva, che io non ho tempo da dedicarti. E intanto veniva da me ogni attimo. E le notti a dormire - ho detto che dormo in ufficio - e giorni di vacanza al mare - ho detto che è per lavoro -. E lei dorme nella sua sicurezza. Dorme e non vede, forse. E a me viene la voglia di mandarle un fotografia, un dettaglio, un letto sfatto, un lenzuolo stropicciato. Due beauty-case vicini sul lavabo del bagno. O far cadere una pinza per capelli sul tappetino della macchina. Ci salirai prima o poi. Salirai sulla verità scomoda della vita, delle bugie, delle illusioni. Mica devo starci solo io su quel carro. E' la mia voglia a esserlo, io non sono così bastarda. Forse.