domenica 11 novembre 2012

Quando



Quando la solitudine ti si appiccica addosso come l’olio per oliare la catena, che ti imbratta le mani, entra sotto le unghie e non puoi grattarlo via e vorresti lavare anche lei,
quando la senti far parte di te, che non basta una birra e una sigaretta speziata,
quando ti vengono le lacrime e non riesci a ricacciarle indietro,
quando hai un amore che c’è e non c’è e forse è meglio così, perché ti trovi insopportabile da sola,
quando nemmeno la musica in cuffia non ce la fa a risvegliarti l’anima, perché risveglia ricordi,
quando i ricordi sono lame affilate,
quando vorresti andare a dormire e sognare, ma i sogni fanno male,
quando una telefonata sarebbe gradita, sperata, desiderata,  ma sai che non sarebbe mai quella giusta,
quando la delusione e la tristezza sono più forti di qualunque cosa,
quando,
quando le albe e i tramonti non sono diversi,
quando il gatto ti si sdraia lascivamente addosso e pensi che meno male almeno lui sa di cosa hai bisogno,
quando la solitudine è così spessa da tagliarla col coltello e il tempo ti inganna,
niente è possibile,
niente è rimediabile.

giovedì 1 novembre 2012

Achille


Ricordo bene mio nonno Achille, avevo grande affetto e un sacro timore di lui. Potermi sedere di nascosto sulla sua poltrona di fianco alla stufa era la massima trasgressione. Ricordo più il profumo dei suoi sigari toscani, biondi e morbidi, che mi mandava a comprare sotto casa, che la sua voce. Ricordo la trasparenza della sua pelle, l'ultima volta che lo vidi all'ospedale. Aspettavo la mia prima figlia, non l'avevo detto a nessuno e lui me lo lesse in faccia. Lo ricordo come una visione, in una giornata assolata sulla spiaggia di Carrara, seduto sulla sdraio sotto l'ombrellone, vestito completamente di bianco, con un elegante cappello di paglia. Mi chiamava Maura e per me è un nome che profuma di famiglia antica.