Ecco, ci ho sbattuto il naso e fa male. Oggi è arrivato un
barcone carico di profughi. Proprio qui, dove mi lamento che il tempo è
brutto e che tira vento. Proprio qui in mezzo ai turisti del tutto compreso.
Sono stati portati via dalle ambulanze e raccolti nella palestra della scuola. Poi li porteranno a Crotone. Qualcuno è scappato, hanno già imparato che è meglio non entrare nel Cie. Non
si sa quando se ne esce. Alcuni vagano sulla statale e fermando le donne (siamo
più affidabili, magari) pronunciano una sola parola: Milano, Milano. La donna
saggia del paese ricorda a tutte, guai dimenticare. Guai dimenticare che siamo
tutti figli e nipoti di emigranti. Guai dimenticare che i nostri parenti hanno
viaggiato a lungo ammassati nelle stive delle navi. Alcuni hanno viaggiato per tre mesi per arrivare in Australia. Guai dimenticare che venivamo
considerati sporchi e neri e miserabili. Guai perdere la nostra storia, il
nostro doloroso passato. Questa è l’anima grande delle donne del sud. Guai
dimenticare.
Oggi tira il vento ma non lo sento, non riesce nemmeno ad
asciugare le lacrime della ragione e del cuore.