domenica 30 settembre 2012

andare


Sperimentare ... conoscere ... scoprire ... sorprendersi ... imparare ... sognare ... mangiare ... bere ... dormire ... gioire ... spaventarsi ...  ridere ... piangere ... sudare ... spazientirsi ... ammalarsi ... guarire ... parlare ... vedere ... guardare ... ascoltare ... bagnarsi ... asciugarsi ... camminare ... correre ... stancarsi ... riposarsi ... assorbire ... rifiutare ... annusare ... annuire ... dissentire ... approvare ... annoiarsi ... eccitarsi ... stupirsi ... perdersi ... innamorarsi ...
... ANDARE.

venerdì 14 settembre 2012

Al tempo delle cuccette

28 luglio 2000

Non servirebbe neppure mettere un cartello. Bolzano - Reggio Calabria. Basterebbe chiedere un'informazione qualunque all'addetto del vagone letto. Ti accoglie con un caldo accento carico di doppie e leggermente strascicato. Questo treno non può andare che al Sud.

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I miei vicini di scompartimento sono una famiglia. Mai sentita tanta volgarità. La figlia adolescente proclama ad alta voce che deve "fare la piscia". Ad Ostiglia fa rime volgari e il padre ride a bocca aperta, fiero di tanto spirito.


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Il tramonto è una cartolina kitsch, ma è molto più bello. Un dipinto giapponese con troppo colore. Tutto diventa rosa, indaco e grigio.

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Il treno si inclina in curva e un bambino preoccupato grida: "Il treno si è stortato!"
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Chiedo a mio figlio di accendere la sua luce sul letto per lasciar dormire sua sorella. Mi guarda con le cuffie alle orecchie, alzando gli occhi dal libro. Apre indice e medio e mormora "peace, love and understanding". Ha 15 anni. La signora vicina, che cerca di far passare il tempo alla sua bambina di due anni mi guarda e lancia un "ma allora non migliorano ..."

martedì 11 settembre 2012

C'era una volta, sì, c'era una volta e ora non c'è più, una bambina. Una bambina come tante, allegra, curiosa, sensibile, capricciosa, pigra, creativa, istintiva e testarda. Una bambina. Una vita normale con le difficoltà normali di una vita normale. Cresce un po' ma non tanto e incontra, per caso, in un giorno freddo e grigio, un ragazzo più grande che se la porta via in un attimo nell'inferno del suo delirio.
C'era una volta, anzi, c'erano una volta, due genitori, quattro nonni, zii e cugini che in quello stesso attimo si sono visti scivolare via la vita dalla propria, si sono sentiti senza sangue e senza futuro.
C'era una volta e, maledizione, ci sono ancora uomini che parlano e scrivono di cose che non sanno, di sofferenze altrui come fossero le proprie, con una facilità aberrante.
C'era una volta un sogno di serenità che è impossibile ritrovare.

"Una piccola piazza
con il tuo nome.
Che buffo, avresti detto,
Piazza Marcella Casagrande!
Vorrei spiegarti:
non è che abbiamo bisogno
di una targa per ricordarti.
E' che ci piace l'idea
che altri passino di qua
e leggano il tuo nome
e pensino a te e a tutte le ragazze
che non sono diventate donne,
mamme, sorelle, zie.
Che stanno bene insieme a te
a ridere e ballare
e raccontarsi storie
sulle panchine
di questa piazza".

venerdì 7 settembre 2012

Iran


Bolzano, 1997
Un gruppo di amici sono reduci da un viaggio „10 giorni in Iran“.
Racconti di viaggiatori in un paese difficile. Sono documentatissimi su storia, archeologia, politica. In dieci giorni hanno cercato di assorbire tutto. Qualche fotografia, ridicole donne occidentali coperte fino ai piedi in luoghi magici, nessuna che renda giustizia alla bellezza dei luoghi.
Stupore. L’Iran era striato di colori, ogni variazione di ocra. Pieno di occhi curiosi di bambini e di volti rigati dalla fatica. Di acri sapori e profumi inebrianti. Di saltimbanchi dai capelli arancioni. Di donne, occhi profondi e nasi importanti. Di domande. 
Incollata nella mente una distesa di lampadine accese, bianche, rosse e verdi, specchio per le allodole, sogno della presenza del re. 

mercoledì 5 settembre 2012

Bali


Bali, 1980
Seduta sulla scogliera, socchiudo gli occhi per schermare il riverbero del sole sul mare.
Il tempio di Tanahlot, in basso, minuscolo come in una pittura giapponese. Rari visitatori si aggirano discreti, con il selendang  rituale bianco avvolto al collo o legato sulla vita. Grandi onde silenziose si infrangono lontano, sulla barriera. Vicino a me, altissime canne di bambù intagliate, accolgono il vento rilasciando note dissonanti che mi riempiono l’anima. Un respiro.



lunedì 3 settembre 2012

Il numero uno


Solda, anni '90
In montagna, una casa aveva un ospite illustre. Era “il numero uno“. Per qualcuno ridotto ormai ad una frazione, per altri sempre un mito. Il lato sud della casa era trasparente come una serra. Non vi era neppure una pianta, ma  era completamente aperta allo sguardo. Così si poteva assistere alle scene di vita quotidiana di un grande. I turisti ne erano al corrente e a gruppetti si avvicinavano a curiosare, ammirando estasiati il mito, quando era presente, accontentandosi altrimenti di ammirare l’arredamento e gli accessori. Il numero uno rimaneva seduto un numero infinito di ore nella stessa posizione. Leggeva mentre intorno tutto scorreva come in ogni famiglia, pranzi, merende, giochi dei bambini. Ogni tanto sfogliava una pagina, talvolta alzava una mano con  un gesto papale, altrimenti si sarebbe potuto pensare ad un manichino sistemato lì dall’ Azienda di Soggiorno. La casa era trasparente a tal punto da poter vedere all'interno i letti con i candidi piumini.
Qualcuno si era già prenotato per la finestra della casa di fronte, la terza da destra, secondo piano. 






domenica 2 settembre 2012

Bolzano, fine anni '50


Bolzano, fine anni ‘50
Era un bellissimo gatto siamese. Non poteva vantare troppi quarti di nobiltà, perché aveva la coda di un gatto plebeo. Era bellissimo, amato ed odiato. Vittima e carnefice. Era riuscito a vendicarsi degli esperimenti a cui lo sottoponevano, divorando con gusto ogni capo di lana che trovava in giro e ricordandosi diligentemente di vomitare schiumette lanuginose sotto le sedie della cucina (venne comprato tre volte lo stesso maglione, sostituendolo furtivamente nel cassetto del padre, che gli avrebbe fatto prendere ben altre strade). Alla fine degli anni cinquanta la cagnetta Laika vagava nella solitudine dello spazio e loro, consci dell’importanza del momento storico, testavano sul gatto Silvestro (inevitabilmente maldestro) l’effetto della centrifuga su un animale domestico. Avete mai provato a far girare vorticosamente una povera bestia nella borsa della spesa della mamma? Anche i gatti, maestri d’equilibrio, hanno le loro difficoltà. Gli misurarono la febbre e provarono a mettergli una supposta di Polagin (in fondo la mamma non faceva lo stesso con loro?). Provarono a calarlo legato con una corda, dalla finestra del terzo piano, fino in giardino. Gatto Silvestro, unico gatto al mondo in preda a crisi di vertigini, cercava disperatamente una via di fuga attraverso la porta d’ingresso. Ad ogni squillo di campanello la madre gridava automaticamente: "il gattooo!"  Il figlio maggiore, con in mano le forbici prese dal cassetto di cucina con cui si tagliavano pezzetti di polmone, pranzo del martire, si gettava all’inseguimento. Fu così che impararono, vedendo quel fratello magro e lungo vagare in giardino chiamando e aprendo ritmicamente le forbici, chi mai fosse Pavlov con i suoi riflessi condizionati.