giovedì 1 novembre 2012

Achille


Ricordo bene mio nonno Achille, avevo grande affetto e un sacro timore di lui. Potermi sedere di nascosto sulla sua poltrona di fianco alla stufa era la massima trasgressione. Ricordo più il profumo dei suoi sigari toscani, biondi e morbidi, che mi mandava a comprare sotto casa, che la sua voce. Ricordo la trasparenza della sua pelle, l'ultima volta che lo vidi all'ospedale. Aspettavo la mia prima figlia, non l'avevo detto a nessuno e lui me lo lesse in faccia. Lo ricordo come una visione, in una giornata assolata sulla spiaggia di Carrara, seduto sulla sdraio sotto l'ombrellone, vestito completamente di bianco, con un elegante cappello di paglia. Mi chiamava Maura e per me è un nome che profuma di famiglia antica.


1 commento: