giovedì 9 maggio 2013

Herat, 1973



Il dottor Rashid ha i capelli neri e un dritto naso indoeuropeo. Si da da fare come può in questo ospedale cadente e poverissimo. Sui pavimenti delle stanze vi sono tappeti che non hanno più memoria dei colori originali e che da secoli nessuno pulisce. Il suo paziente europeo è abbastanza mal ridotto. Un piede con le ossa spezzettate, un gesso messo a occhio da un compagno di viaggio e molto dolore. In ospedale non vi sono medicine, chi ne ha bisogno deve andare pazientemente a cercarle nelle farmacie sguarnite della città. Il dottor Rashid si occupa personalmente della ricerca e torna con alcune fiale di morfina. A sera, per far riposare il suo paziente gli inietta mezza fiala; con aria sconsolata guarda quel ben di Dio, si inietta l’altra metà e resta a parlare con lui tutta la notte.


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