martedì 11 settembre 2012

C'era una volta, sì, c'era una volta e ora non c'è più, una bambina. Una bambina come tante, allegra, curiosa, sensibile, capricciosa, pigra, creativa, istintiva e testarda. Una bambina. Una vita normale con le difficoltà normali di una vita normale. Cresce un po' ma non tanto e incontra, per caso, in un giorno freddo e grigio, un ragazzo più grande che se la porta via in un attimo nell'inferno del suo delirio.
C'era una volta, anzi, c'erano una volta, due genitori, quattro nonni, zii e cugini che in quello stesso attimo si sono visti scivolare via la vita dalla propria, si sono sentiti senza sangue e senza futuro.
C'era una volta e, maledizione, ci sono ancora uomini che parlano e scrivono di cose che non sanno, di sofferenze altrui come fossero le proprie, con una facilità aberrante.
C'era una volta un sogno di serenità che è impossibile ritrovare.

"Una piccola piazza
con il tuo nome.
Che buffo, avresti detto,
Piazza Marcella Casagrande!
Vorrei spiegarti:
non è che abbiamo bisogno
di una targa per ricordarti.
E' che ci piace l'idea
che altri passino di qua
e leggano il tuo nome
e pensino a te e a tutte le ragazze
che non sono diventate donne,
mamme, sorelle, zie.
Che stanno bene insieme a te
a ridere e ballare
e raccontarsi storie
sulle panchine
di questa piazza".

3 commenti:

  1. È passato così tanto tempo da quel brutto giorno ... Ma Marcella resta sempre nei mie ricordi e la ricordo sempre sorridente !!!

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  2. Wovon man nicht sprechen kann, darüber muss man schweigen.
    L. W.

    Un abbraccio Maurizia.

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